Lezioni sul Corano nelle scuole elementari di Crema: dibattito acceso sull'educazione religiosa e laicità
Indice
1. Contesto della vicenda: la lezione sull’Islam a Crema 2. Le motivazioni della scuola: obiettivi e organizzazione dell’incontro 3. La reazione della Lega: accuse di indottrinamento 4. La polemica sulla reciprocità e le altre posizioni politiche 5. Il Ministero dell’Istruzione e la questione della laicità 6. Il dialogo interculturale nelle scuole italiane 7. Indottrinamento o educazione? Analisi del dibattito pedagogico 8. Riflessioni dei genitori e della comunità locale 9. Lezione islam scuola elementare: precedenti e casi analoghi in Italia 10. Prospettive future e possibili soluzioni 11. Sintesi e considerazioni finali
Contesto della vicenda: la lezione sull’Islam a Crema
Ha suscitato un acceso dibattito la notizia della lezione islam scuola elementare tenutasi presso la scuola Santa Maria di Crema. Il 17 maggio 2025, Hamid Tahiri, rappresentante della comunità islamica locale, ha condotto una lezione rivolta agli alunni della quinta elementare, per spiegare i principi fondamentali dell’Islam e presentare alcuni passi significativi del Corano. L’incontro rientrava nel più ampio progetto di dialogo interculturale scuole, finalizzato a promuovere la conoscenza e il rispetto tra culture diverse, specialmente in un contesto scolastico sempre più multiculturale come quello italiano.
La notizia, anticipata da alcune comunicazioni interne e diventata virale sui social, ha rapidamente travalicato i confini locali, arrivando all’attenzione della politica nazionale e delle principali testate giornalistiche. Il dibattito si è acceso perché, per alcune forze politiche e associazioni di genitori, la lezione sarebbe da considerarsi un atto di indottrinamento scuola Italia, mentre per altri rappresenta un’importante opportunità di crescita e confronto.
Le motivazioni della scuola: obiettivi e organizzazione dell’incontro
Secondo quanto dichiarato dalla direzione dell’istituto Santa Maria, la lezione sull’Islam si inseriva nell’ambito di un ciclo di incontri extracurricolari pensati per favorire il rispetto della diversità e il dialogo tra religioni. L’attività, spiegano i responsabili scolastici, era finalizzata a rispondere alle esigenze educative di una società globale, coinvolgendo figure rappresentative delle principali confessioni religiose presenti nel territorio.
L’approccio scelto è stato informativo e non confessionale: durante la lezione, il relatore Hamid Tahiri ha illustrato i principali pilastri della religione islamica, presentato brevi passi del Corano, e risposto in modo neutrale alle domande dei bambini. L’obiettivo dichiarato era quello di fornire conoscenze di base sulla religione musulmana, evitando qualsiasi tentativo di persuasione o proselitismo.
La scuola ha evidenziato come la partecipazione degli alunni fosse facoltativa e previo consenso delle famiglie. Non si trattava, dunque, di un’attività obbligatoria inserita nel programma ministeriale, ma di un laboratorio facente parte delle iniziative per la promozione del dialogo interculturale scuole. Numerosi docenti presenti riferiscono di aver seguito l’incontro con attenzione, predisponendo materiali di approfondimento per favorire un dibattito critico in classe.
La reazione della Lega: accuse di indottrinamento
La lezione ha scatenato la dura reazione della Lega, tra i primi a denunciare pubblicamente quanto accaduto. L’onorevole Isabella Tovaglieri, eurodeputata e referente regionale per l’istruzione del partito, ha definito l’iniziativa «un episodio grave di indottrinamento scuola Italia, totalmente inaccettabile nelle nostre aule». Tovaglieri ha inoltre sottolineato che «la scuola deve educare, non indottrinare», aggiungendo che tali eventi rischiano di compromettere la laicità del sistema scolastico italiano.
La polemica si è rapidamente allargata, con altri esponenti della Lega e gruppi cittadini che hanno chiesto l’intervento degli organismi competenti, minacciando perfino di presentare appositi esposti per verificare eventuali violazioni delle normative in tema di insegnamento religioso scuola. In particolare, la critica riguarda il presunto «squilibrio» tra l’insegnamento di religioni minoritarie, come l’Islam, e la tradizionale attenzione rivolta all’educazione cattolica nelle scuole italiane.
La polemica sulla reciprocità e le altre posizioni politiche
Un altro punto di forte critica sollevato dalla Lega e da altri movimenti politici riguarda il tema della reciprocità insegnamento religioso scuola. Secondo Tovaglieri, infatti, «non esiste alcuna possibilità di realizzare lezioni sulla religione cristiana in molti Paesi a maggioranza islamica». Da qui la richiesta di «ragionare sulla reciprocità», ovvero sulla possibilità di consentire attività simili solo laddove sia possibile la medesima apertura nelle scuole di altri Stati.
A differenza della posizione netta della Lega, altri partiti e associazioni, specie quelle impegnate nella tutela dei diritti civili e nel campo dell’educazione inclusiva, hanno espresso parere favorevole circa l’iniziativa. Secondo questi soggetti, la scuola non deve essere «un luogo chiuso, ma uno spazio di apertura mentale e rispetto delle pluralità», come affermato in una nota congiunta di alcune organizzazioni laiche e sindacali.
Il Ministero dell’Istruzione e la questione della laicità
Non sono tardate ad arrivare le precisazioni ufficiali del Ministero Istruzione laicità scuole. In una nota, l’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia ha ricordato che «ogni attività extracurricolare deve necessariamente rispettare le linee guida sulla laicità e sul pluralismo culturale, ben definite dallo Statuto delle studentesse e degli studenti e dalle normative vigenti». Il Ministero, pur non entrando nel merito del singolo caso della scuola elementare di Crema, ha ribadito che tutte le lezioni su tematiche religiose devono essere svolte in modo informativo, mai confessionale, e su base rigorosamente volontaria.
Il Ministero ha inoltre precisato come sia compito delle singole istituzioni scolastiche garantire la massima trasparenza, informando preventivamente le famiglie e offrendo occasioni di approfondimento anche su altre confessioni religiose, in un’ottica di equilibrio e pluralismo.
Il dialogo interculturale nelle scuole italiane
Il caso delle lezioni Corano Crema arriva in un momento di particolare attenzione sulle tematiche del dialogo interculturale scuole. Negli ultimi anni, numerosi istituti su tutto il territorio nazionale hanno avviato progetti didattici che, accanto all’insegnamento tradizionale della religione cattolica, propongono agli alunni la conoscenza – in chiave laica – delle principali religioni mondiali, al fine di contrastare stereotipi e pregiudizi.
In particolare, nelle scuole primarie di molte città con una componente multietnica significativa, vengono organizzati periodicamente seminari e laboratori su temi di attualità, religione e convivenza civile. Queste attività, generalmente accolte con favore sia dai genitori che dagli stessi studenti, puntano a costruire una cittadinanza attiva e consapevole, in cui la diversità sia percepita come una ricchezza e non come una minaccia.
Tuttavia, non mancano voci critiche che sottolineano il rischio di «indottrinamento» sotteso a tali iniziative. Secondo alcuni analisti, la linea di confine tra l’educazione al pluralismo e il proselitismo risulterebbe a tratti sottile, richiedendo quindi particolare attenzione nell’organizzazione delle attività e nella formazione dei docenti coinvolti.
Indottrinamento o educazione? Analisi del dibattito pedagogico
Il dibattito su religione scuola elementare polemica affonda le sue radici nella stessa definizione di educazione. Il principio guida della scuola pubblica italiana è infatti quello della laicità, sancito dall’art. 33 della Costituzione e ribadito in numerose sentenze della Corte Costituzionale.
- Educare significa presentare la pluralità delle culture e delle religioni, senza imporre credenze specifiche. - Indottrinare, invece, vuol dire cercare di influenzare in maniera unilaterale o dogmatica il pensiero degli studenti.
Molti pedagogisti sottolineano la necessità di «educare alla cittadinanza globale», presentando tutte le religioni in chiave conoscitiva e comparativa, anche per prevenire fenomeni di esclusione sociale, discriminazione o radicalizzazione. Tuttavia, tali esperienze vanno progettate con criteri rigidi di trasparenza, professionalità e rigore scientifico.
Le linee guida del Ministero (CM 206/2018) suggeriscono che ogni attività scolastica di carattere extra-religioso debba essere svolta in accordo con i principi di libertà educativa, laicità e rispetto della sensibilità degli alunni e delle loro famiglie.
Riflessioni dei genitori e della comunità locale
Nella città di Crema, la notizia della lezione islam scuola elementare ha suscitato reazioni contrastanti tra i genitori coinvolti. Alcuni hanno espresso piena soddisfazione per l’iniziativa:
- «Viviamo in una società globalizzata, è giusto che i nostri figli conoscano anche le altre culture», afferma una madre. - «Occasioni come questa aiutano a superare pregiudizi e paure», aggiunge un altro genitore.
Altri, invece, si sono detti preoccupati per la presunta «parzialità» della lezione. «Avrei preferito che si parlasse anche di altre religioni, possibilmente nello stesso ciclo di incontri», commenta una famiglia contraria. Non sono mancate voci che hanno chiesto una maggiore concertazione tra scuola e famiglie nell’organizzazione di simili attività, invocando maggiore informazione preventiva e possibilità di confronto prima dell’attuazione di progetti extracurricolari di questa natura.
Lezione islam scuola elementare: precedenti e casi analoghi in Italia
Il caso lezioni Corano Crema non è il primo a sollevare un acceso DIBATTITO INSEGNAMENTO RELIGIONE SCUOLA. In altre regioni italiane, come Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto, si sono già registrate negli anni scorsi iniziative analoghe, spesso con la partecipazione di rappresentanti delle principali comunità religiose presenti sul territorio.
In particolare, diverse scuole multiculturali di Bologna e Torino hanno promosso cicli di lezioni dedicate a Cristianesimo, Islam, Ebraismo, Induismo e Buddismo, generalmente accolte con successo e senza particolari criticità, a riprova di una crescente sensibilità al dialogo interculturale tra le nuove generazioni.
Tuttavia, anche in queste occasioni non sono mancate polemiche, soprattutto quando l’iniziativa toccava tematiche ritenute «sensibili» o coinvolgeva realtà considerate «minoritarie» rispetto alla tradizione religiosa cristiana dominante.
Prospettive future e possibili soluzioni
Alla luce delle reazioni lezione Corano scuola di Crema, risulta chiaro quanto il tema dell’insegnamento religioso a scuola resti delicato e divisivo nella società italiana. Diverse sono le soluzioni proposte dagli esperti del settore:
1. Redigere codici di autoregolamentazione per la realizzazione di incontri extracurricolari su tematiche religiose, coinvolgendo attivamente genitori, docenti e rappresentanti delle varie fedi. 2. Formazione specifica dei docenti sulla gestione della pluralità religiosa in classe, al fine di prevenire fraintendimenti e sospetti di indottrinamento. 3. Promozione di percorsi laici di educazione al pluralismo, che presentino le diverse religioni in chiave storica e culturale, senza privilegiarne alcuna. 4. Preparazione di strumenti di valutazione per monitorare l’efficacia dei progetti e raccogliere le opinioni delle famiglie. 5. Informazione trasparente alle famiglie su tutte le attività extracurricolari, con possibilità di confronto preventivo.
Sintesi e considerazioni finali
La vicenda della lezione islam scuola elementare tenutasi a Crema rappresenta una cartina di tornasole dell’attuale dibattito italiano sull’educazione religiosa, laicità e convivenza interculturale.
Se da un lato, iniziative come lezioni Corano Crema permettono agli studenti di confrontarsi in modo critico e consapevole con la diversità religiosa, dall’altro è necessario vigilare affinché la scuola rimanga un luogo laico, inclusivo e rispettoso di tutte le sensibilità. Solo una gestione equilibrata di tali attività potrà garantire il pieno rispetto della Costituzione e dei diritti di studenti e famiglie.
Il confronto, pur acceso, evidenzia la necessità di una maggiore chiarezza normativa e di iniziative condivise tra scuole, istituzioni, famiglie e rappresentanti religiosi, così da favorire una reale educazione al pluralismo, premessa indispensabile per la costruzione di una società aperta e solidale.