A partire dal 3 luglio 2025, il Tribunale di Genova si preparerà ad affrontare un caso di grande rilevanza che coinvolge l'amministratore di sostegno di Paolo Calissano, il noto attore italiano scomparso nel gennaio 2023. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) ha disposto il processo per Matteo Minna, accusato di truffa e peculato.
Secondo le indagini, Minna avrebbe sottratto oltre 500mila euro dal patrimonio dell'attore attraverso l'uso di fatture false, utilizzate per giustificare prelievi dai conti dei suoi assistiti. Un comportamento che solleva interrogativi sul rapporto di fiducia che esiste tra un tutore e la persona sotto la sua tutela.
Questo caso non è solo un episodio di mala gestio e appropriazione indebita, ma presenta anche un lato umano drammatico. Il fratello di Calissano ha dichiarato che il tormento interiore che l'attore ha vissuto durante il suo periodo di amministrazione, aggravato dalla scoperta di tali irregolarità, avrebbe contribuito alla sua morte. Queste dichiarazioni hanno suscitato un grande dibattito sull'etica e sulle responsabilità legate alla cura e alla protezione delle persone vulnerabili, in particolare nel caso di individui noti e sotto il costante controllo dei media.
Il processo si svolgerà in un momento in cui la pubblica opinione è particolarmente sensibile sui temi della tutela legale e della protezione dei diritti delle persone. La figura dell'amministratore di sostegno è destinata a essere messa sotto i riflettori, richiamando l'attenzione sull'importanza di garantire che tali ruoli siano ricoperti da persone competenti e integre. Gli sviluppi futuri del processo potrebbero avere ripercussioni significative non solo sulla vita di Minna, ma sull'intera comunità che ruota intorno alla figura di Calissano, il quale rimane un'icona della cultura italiana.